Di impossibile c’è veramente ben poco

Inauguriamo con questo post una nuova rubrica, dedicata alle recensioni dei libri dei soci di Gasabile. La prima lettura a cui ci dedichiamo è “Ho sognato una banca: dieci anni sulla strada di Banca Etica” di Fabio Salviato, ecco cosa ne pensa la nostra Redazione Libri:

Libro pieno di idee straordinarie, stimoli, ragionamenti, racconti, excursus storici, aneddoti gustosi. E anche molto ben scritto. Assai prima e assai oltre i dieci anni di Banca Etica, c’è qui dentro la storia di un’intera “meglio gioventù” cresciuta tra le parrocchie del Nordest, Taizé, l’America Latina e le grandi manifestazioni pacifiste – a partire da quella di Comiso del 1983. Una generazione che non ha mai abbandonato un’idea alta di giustizia sociale e l’ha pervicacemente perseguita prima inventandosi il commercio equo e solidale in Italia, poi agganciandolo ai primi esperimenti di finanza etica delle MAG per terminare, infine, con lo sproposito della fondazione di una Banca.

Libro pieno di energie positive e di ottimismo: “In trent’anni di attivismo mi sono reso conto che di impossibile c’è veramente ben poco”, scrive Salviato (p. 235), sempre ostinatamente alla ricerca di varchi e soluzioni propositive. Non si trova qui, occorre dire, grande spazio alle critiche, al dibattito che certo non è mancato. Si ritrovano invece molti dei protagonisti dei movimenti degli ultimi anni, un lungo elenco di luoghi del mondo visitati e di relazioni intrecciate. La gente che si ostina a credere nell’esistenza e nel senso delle reti sociali anche al tempo della “società degli individui”, a quanto pare, credendoci le catalizza e le crea.

Libro pieno, infine, anche di analisi sociali estremamente lucide e interessanti (cfr. pp. 193-194), e quasi sempre più up-to-date di tanta letteratura sociologica paludata: qui non si fa dell’accademia ma si tasta quotidianamente il polso alla società italiana, che in dieci anni si è vieppiù impoverita. Dal credito al Terzo Settore -all’epoca non bancabile- siamo via via passati al microcredito “à la Yunus”, con l’utilizzo di una sorta di Tobin tax. Ci sono anche storie poco conosciute e assai affascinanti: le prime banche rurali dell’800 (Raiffeisen), la matrice antroposofica di molte delle banche etiche europee, l’attivismo delle suore domenicane dell’Illinois attraverso l’azionariato attivo. C’è un parallelo ardito, ma delizioso, tra monaci cluniacensi e banchieri etici. E una lunga serie di preziosi spunti di lettura, per un argomento tutto da esplorare. Entusiasmante.

Poi magari Banca Etica, nella vita di tutti i giorni, tra scomodità di utilizzo e crediti a piccoli imprenditori leghisti, riesce anche a farti parecchio alterare. Ma la sua storia, qui benissimo raccontata, è proprio così: entusiasmante.


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