Da alcuni mesi si è aggiunta una new entry nella rosa dei produttori di Gasabile, una piccola cooperativa che produce pasta fresca biologica e solidale. Abbiamo intervistato Salvatore Palmieri, chef del pastificio, per saperne di più rispetto a questa nuova realtà locale.
Perché e come nasce il pastificio cooperativo?
L’idea del pastificio nasce dall’intuizione di Cristina Ronzoni ex presidente del Consorzio Cooperative Sociali della Provincia Di Varese, oltre che da due nostre passioni comuni: la pasta e il lavoro. Nasce inoltre dalla necessità per una cooperativa, quella de “Il Loto”, che da sempre si è occupata di altro come giardinaggio e falegnameria, di provare a formare altre competenze e avviare un nuovo settore lavorativo.
Per quel che mi riguarda , sono chef di cucina da quasi 30 anni e oggi mi invento pastaio e cooperatore. Come abbiamo scritto sul nostro sito: “Socialità, sogni e bisogni, lavoro, mutualità. Fare impresa sociale è una opportunità per il territorio. Siamo cooperativi, siamo una risorsa e una opportunità di lavoro per chi ha bisogno di aiuto, un presidio di buone pratiche per la collettività. Forti della storia del movimento cooperativo in Italia, stiamo guardando al futuro, imparando le tradizioni artigiane come quella di fare la pasta”
Quanti dipendenti ci sono all’attivo? Chi sono?
A oggi nel laboratorio lavoriamo in quattro: io e il mio braccio destro gasista Francesca a tempo pieno, Saima, una mamma con un contratto di inserimento part time lavorativo che lavora nel pomeriggio, Naila , una ragazza in tirocinio che a breve verrà assunta con contratto di inserimento par time, che lavora di mattina. Inoltre possiamo usufruire delle competenze gestionali e di progettazione oltre che l’ aiuto nei mercati un paio di volte a settimana da parte di Cristina Ronzoni, per le relazioni con i servizi del territorio per gli inserimenti lavorativi e per la disponibilità amministrativa da parte di due soci della cooperativa, Davide e Silvana. Da ricordare il supporto da parte di tutti i soci della cooperativa a volte per le consegne e per dei lavori di ristrutturazione.
Qual è secondo voi il valore aggiunto della vostra attività?
Il lavoro: questo è un bel valore aggiunto e poterlo fare bene coinvolgendo persone svantaggiate, creando posti di lavoro tutelati da adeguati contratti e attraverso cui ognuno possa valorizzare le proprie capacità e le proprie competenze. Questa è un po’ la storia della nostra Cooperativa Sociale “Il Loto”. Poter offrire un prodotto che sia buono non solo dal punto di vista sociale, ma che valorizzi la stagionalità degli ingredienti, il gusto e la freschezza, con materie prime di produttori biologici che conosciamo e con cui abbiamo istaurato un rapporto di fiducia reciproca. Mi rifaccio nuovamente al sito del Pastificio: “Buono è ciò che è fatto di cose buone. Conosciamo i nostri produttori, rispettiamo il loro lavoro, i loro prodotti arrivano freschi nel nostro laboratorio. Non solo km zero e filiera corta ma anche filiera “colta” e giusta e molto lontana dalla cultura di quei mulini più o meno bianchi”. Oltre che con i produttori, si intreccia un bel rapporto anche con i nostri clienti e i Gruppi di Acquisto Solidale.
Cosa state preparando di buono in questi giorni, in questa stagione?
In questi due mesi, febbraio e marzo, usciamo con due nuovi prodotti: le pappardelle limone e pepe nero e il tortello ripieno di patate. Ogni due mesi rinnoviamo il listino seguendo anche le stagioni. Ad esempio ad aprile e maggio, se riusciamo, vorremmo uscire con una pasta 100% farro adatta a chi ha delle fastidiose intolleranze al glutine.
Qual è, invece, ad oggi, la vostra migliore creazione?
È un po’ difficile per me decidere, ad ogni modo sicuramente l’ultima: le pappardelle limone e pepe nero. L’ho pensata per poterla abbinare a dei sughi delicati a base di pesce, ma è buonissima anche con della ricotta fresca, delle erbe aromatiche e un non niente di olio extravergine di quello buono… a breve qualche ricetta sul sito!!
Oltre alla produzione, avete promosso anche l’iniziativa “Tutti con le mani in pasta”. Raccontateci un po’ di questa esperienza…
Nei 2 anni che sono serviti alla progettazione del Pastificio, oltre che girare l’Italia per imparare, abbiamo provato anche attraverso dei laboratori di pasta fresca a capire quale poteva essere la voglia di pasta dalle nostre parti.
Siamo rimasti piacevolmente colpiti dalla manualità e conoscenza che hanno molte donne, mamme e nonne e super conquistati dalla vivacità dei bimbi
Non abbiamo una tradizione di pasta fresca in provincia di Varese, come ad esempio nel vicino Piemonte oppure nel Mantovano dove la domenica si usa fare la pasta in casa o acquistarla fresca nelle botteghe. Qui da noi si usa principalmente comprarla al supermercato, ma questi laboratori ci hanno fatto scoprire invece che molte persone, oltre che al pane, si appassionano anche a questo prodotto.
Per saperne di più www.pastificiocooperativogallarate.it